Nell’attuale momento di cambiamento dei mercati e di trasformazione digitale dei business, i trend del mondo cloud-native confermano l’interesse delle aziende verso il rinnovamento del portafoglio applicativo. Grazie a infrastrutture cloud e applicazioni cloud-native, le imprese non solo ottengono più rapidamente, e in modalità as-a-service, le risorse di cui hanno bisogno per garantire il time-to-market dei nuovi progetti, ma sono anche in grado di integrare più facilmente le applicazioni, sia tra loro sia con il software e i servizi di terze parti. Con le applicazioni cloud-native diventa più semplice creare, smontare e rimontare, come in un Lego, supporti digitali e funzionalità per riutilizzarli in nuovi contesti, risparmiando soldi e tempo di sviluppo. Diventa così più rapido integrare le funzioni “as-a-service” avanzate offerte dai cloud provider e più veloce l’avvio di nuove collaborazioni con partner e clienti, sfruttando i vantaggi di un’infrastruttura digitale interconnessa.

Le previsioni degli analisti sui trend del mercato cloud

Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, quest’anno in Italia il mercato del cloud toccherà i 3,84 miliardi di Euro contro i 3,32 miliardi dell’anno precedente, confermando la rilevanza strategica dei servizi cloud pubblici e privati nell’IT aziendale. La soglia media d’investimento nell’ambito del cloud dista oggi solo 10 punti percentuali da quanto speso nei sistemi IT tradizionali. I servizi cloud sono diventati la scelta primaria per reperire le risorse per nuovi progetti, senza dover fare investimenti in conto capitale o doversi occupare di gestire capacity planning, configurazioni, manutenzioni, fault tolerance, scalabilità dei sistemi e security infrastrutturale.

 

I 4 trend cloud-native emergenti, secondo Gartner

Gartner attribuisce oggi una grande importanza strategica alla modernizzazione delle applicazioni in logica cloud-native. Nel recente report “Emerging Technologies: Kubernetes and the Battle for Cloud-Native Infrastructure”, la società di ricerca individua nelle piattaforme cloud-native la chiave per accelerare l’adozione del cloud e delle moderne metodologie di gestione evolutiva del software e delle infrastrutture

Tra i trend fondamentali che accompagnano gli sviluppi cloud-native delineati all’interno della ricerca Gartner, di cui citiamo i più rilevanti:

1. Serverless computing & containers

Tra le tipologie di servizi IaaS, SaaS, Paas disponibili in cloud, gli analisti di Gartner prevedono lo sviluppo, in particolare, del serverless computing, ossia delle function-as-a-service (FaaS), di cui sono un esempio i servizi condivisi di autenticazione, di database, d’integrazione ecc. Servizi che vengono “consumati a richiesta” da parte di altre applicazioni o di microservizi, senza impegnare server o avere costi fissi. 
I servizi FaaS fanno da complemento al software in container, per offrire  scalabilità nei confronti dei carichi di lavoro variabili o difficili da prevedere, come quelli generati dai nuovi servizi in self-service rivolti ai clienti.

2. Multicloud & distributed cloud

Un altro trend significativo è l’adozione del multicloud (o distributed cloud), ossia di architetture informative che permettono di usare le infrastrutture di più cloud provider contemporaneamente, per conciliare esigenze di best-of-breed con quelle di prestazione e di compliance normativa. Una modalità che unisce i benefici del cloud pubblico con la capacità dell’azienda di mantenere il governo delle infrastrutture; di decidere la localizzazione dei singoli servizi e archivi dati, lasciando ai provider la sola gestione tecnica IT.

3. Composable application/enterprise

Secondo Gartner, l’azienda del futuro si dovrà liberare delle rigide barriere divisionali che oggi confliggono con la flessibilità delle organizzazioni, riflettendosi sul fronte IT con la suddivisione a silos di applicazioni e dati. Con i termini di composable enterprise/composable applications, si preconizza un modello d’organizzazione e di progettazione del software più moderni, che permettano di creare e dismettere rapidamente le funzionalità in uso, in funzione delle specifiche necessità di business. 

4. Low code/no code

La chiave per riuscire a modernizzare le organizzazioni ed evolvere i supporti applicativi verso il paradigma delle composable applications è abilitare il più possibile le line-of-business a collaborare con l’IT nel disegno delle soluzioni cloud-native. Questo è possibile attraverso l’impiego più esteso di strumenti low-code o no-code,  utilizzabili anche da persone che non hanno specifiche competenze di programmazione. 

 

Un trend già affermato: il ruolo dell’orchestratore Kubernetes nel mondo cloud-native

Sul fronte delle operation IT, gli analisti non hanno dubbi. Il mondo cloud-native avrà come supporto Kubernetes, l’orchestratore open source emerso negli ultimi anni come standard de facto per la gestione dei più complessi ambienti applicativi d’impresa, basati su container. Secondo Gartner, entro il 2025 l’85% delle imprese avrà in produzione software in container e userà questa modalità per almeno il 15% del parco applicativo. Kubernetes farà quindi da orchestratore nel supporto dei differenti modelli di deploy adottati negli ecosistemi informativi misti, dove convivranno le infrastrutture tradizionali e dei cloud service provider.

 

In sintesi

La strategia cloud-native propone un modello davvero efficace per modernizzare l’IT e fare innovazione aziendale attraverso l’integrazione nativa delle applicazioni con le funzionalità disponibili in cloud, per esempio, per fare analisi su big data, elaborazioni di intelligenza artificiale e machine learning (AI/ML), per interpretare voce e immagini, per la collaborazione e così via. 

Adottare un portafoglio di applicazioni cloud-native significa essere pronti ad accogliere gli sviluppi futuri dei servizi in cloud, poter passare da semplici fruitori a fornitori di servizi digitali, a vantaggio dell’intero ecosistema di partner e di clienti.
Significa quindi aprire le porte alle opportunità del futuro business digitale.


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