Per affrontare il tema della Cloud Business Transformation e comprenderne la portata centrale e strategica, occorre partire da alcuni dati: nel 2019 il mercato cloud italiano ha raggiunto un valore di 2,77 miliardi di euro, registrando un incremento del 18% rispetto al 2018. A dirlo è l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, che in un comunicato ufficiale sottolinea come nel nostro Paese il cloud sia diventato “il modello preferibile nello sviluppo di progetti digitali nel 42% delle grandi imprese e addirittura l’unica scelta possibile nell’11% dei casi”.
Cloud Business Transformation, modello diffuso
La Cloud Business Transformation appare un paradigma sempre più consolidato e “l’82% delle imprese ha ormai compreso che il cloud abilita una maggiore agilità dell’IT aziendale”, dichiara Alessandro Piva, direttore dell’Osservatorio Cloud Transformation.
Ciò perché, va ricordato, l’infrastruttura cloud consente di rendere fluida e dinamica la gestione dell’IT, garantendo un accesso flessibile a dati e risorse: queste ultime diventano in grado di scalare la loro capacità in automatico, in funzione delle necessità.
I vantaggi della Cloud Business Transformation
In termini di affidabilità e continuità del business, la Cloud Business Transformation permette di ottenere nell’infrastruttura IT un grado di disponibilità e sicurezza che risulterebbe complesso e oneroso realizzare in house, e fornisce molteplici benefici:
- È possibile ridurre i costi di gestione dell’infrastruttura IT;
- Il cloud computing consente di eseguire rapidamente, con pochi click del mouse, il provisioning delle risorse richieste per l'implementazione del sistema, riducendo così il time-to-market per il rilascio di prodotti e servizi;
- L’accesso a tecnologie e soluzioni IT innovative è facilitato;
- Un'architettura cloud-native aumenta la capacità di fornire app e servizi più agili e moderni, e quindi ‘customer experience’ più soddisfacenti.
Come affrontare un percorso di Cloud Business Transformation?
Gli approcci classici di cloud transformation includono varie strategie: tra queste, ad esempio, l’approccio “lift and shift” consiste nello spostamento di un’applicazione, dall’ambiente IT on-premise, direttamente sul cloud, senza apportare a essa alcuna modifica. Così facendo, si riducono tempi e costi di migrazione e implementazione, ma non si può beneficiare in modo completo delle caratteristiche e funzionalità cloud-native, inclusa la scalabilità automatica: ad esempio, un progetto o un'applicazione legacy, portati su cloud così come sono, dopo la migrazione potrebbero accusare problemi di prestazioni o latenza.
Viceversa, l’approccio basato su tecniche di “refactoring” permette di trarre completo vantaggio dal paradigma cloud-native, ma richiede la ristrutturazione, o meglio la riscrittura, di ingenti porzioni di codice dell’applicazione, prima di trasferirla sul cloud, implicando conseguenti tempi e costi legati al processo di sviluppo e migrazione.
Cloud Business Transformation, la strada del replatforming
Per cogliere al meglio i benefici della Cloud Business Transformation, senza doversi imbarcare in mastodontici progetti di refactoring e migrazione cloud, le aziende possono oggi indirizzarsi verso un approccio diverso e incrementale: il replatforming. Attraverso quest’ultimo, è possibile sviluppare i nuovi applicativi e servizi direttamente in modalità cloud-native, ossia progettandoli specificamente per il cloud.
Le applicazioni cloud-native vengono sviluppate per funzionare in container, gestiti da piattaforme di orchestrazione come Kubernetes, e sono implementate come insiemi di microservizi indipendenti, ciascuno dei quali può eseguire una funzione.
Essendo containerizzati, tutti i nuovi servizi sviluppati si possono spostare con fluidità da ambienti on-premise a cloud e viceversa. In sostanza, attraverso l'approccio incrementale fornito dal replatforming, le nuove applicazioni, come già accennato, vengono subito realizzate in modalità cloud-native, mentre le applicazioni legacy esistenti, quando le esigenze aziendali lo richiedono, si possono far evolvere e convergere verso tale stile architetturale, ottimizzando l'effort e i costi di progetto e massimizzando i benefici di business.
Cloud Business Transformation, i benefici di una piattaforma cloud-native
Adottando il paradigma cloud-native, verso cui è possibile migrare attraverso soluzioni come la suite Mia-Platform, contenente tutte le componenti necessarie per realizzare architetture software moderne, i nuovi progetti sviluppati nascono già pronti per il cloud, ereditando i vantaggi di scalabilità e flessibilità dei microservizi containerizzati.
Uno dei benefici di creare applicazioni cloud-native con Mia-Platform è ad esempio che, integrandosi con piattaforme container come Openshift per l'amministrazione di implementazioni in cloud ibridi o ambienti multi-cloud, Mia-Platform permette a chi, per varie ragioni, preferisce rimanere on-premise di continuare a sviluppare applicazioni per tale ambiente, ma di averle già 'cloud-ready', nel caso in cui un giorno decidesse di farle migrare sulla nuvola.
Una Cloud Business Transformation più semplice
Con questo approccio strategico non solo è possibile incrementare gradualmente il numero di servizi e applicazioni funzionanti sulla nuvola, ma diventa anche più agevole amministrare le iniziative di Cloud Business Transformation: infatti, anziché stanziare grandi investimenti per grossi progetti dedicati di modernizzazione applicativa per la migrazione verso il cloud, tramite il modello cloud-native la pianificazione di iniziative di rinnovamento e innovazione dell'IT diventa più abbordabile con i budget già a disposizione, grazie all'opportunità di utilizzare l'approccio incrementale.
In aggiunta, la riutilizzabilità dei componenti, tipica del modello cloud-native, consente di incrementare anche la velocità di sviluppo, e di conseguenza di implementare in minor tempo le applicazioni.
Dal punto di vista della business continuity, lo stile cloud-native consente di sviluppare il nuovo senza incidere sulla normale operatività del business e sul funzionamento delle applicazioni già avviate in produzione.
Infine, l’architettura a microservizi implementata può determinare un impatto positivo anche sui processi di ammodernamento e integrazione delle applicazioni legacy, perché attraverso i microservizi le applicazioni legacy monolitiche possono essere scomposte in componenti software più aperte all'innovazione tecnologica e più facilmente gestibili nei processi di migrazione e refactoring.
Replatforming, la via giusta per la Cloud Business Transformation
Rispetto ad altre strategie di modernizzazione applicativa, il replatforming risulta l'approccio più conveniente per un'organizzazione. Applicare il replatforming utilizzando una piattaforma di sviluppo cloud-native come Mia-Platform porta vari benefici: i risultati si riscontrano in termini di riduzione dei tempi di sviluppo, di scalabilità delle applicazioni e velocità di evoluzione delle stesse.
Il replatforming, l’approccio consigliato da Mia-Platform, consente di unire ai benefici dei progetti cloud, che in Italia rappresentano ormai un mercato di quasi 3 miliardi di euro, la capacità di mitigare, se non eliminare, i problemi dei convenzionali progetti di cloud transformation, che possono comportare lunghi tempi di esecuzione, elevati budget, rallentamenti o interruzioni dell’attività business, e non sempre si rivelano particolarmente vantaggiosi, come nel caso delle iniziative “lift and shift”.
Photo by Alex Machado on Unsplash
© MIA s.r.l. Tutti i diritti riservati